Un Avvocato penalista è un professionista che si occupa di assistere e difendere le persone accusate di aver commesso un reato, come ad esempio il reato di diffamazione. Il reato di diffamazione consiste nel comunicare a più persone, con qualsiasi mezzo, fatti o valutazioni che offendono l'onore o la reputazione di una persona. Si tratta di un reato contro la persona, che può essere perseguito sia in sede civile sia in sede penale, ove ricorra la condizione di procedibilità.
L'Avvocato penalista ha il compito di verificare la sussistenza degli elementi costitutivi del reato, di valutare le prove a carico e a discarico del suo assistito, di proporre eventuali eccezioni e di formulare la difesa più opportuna in sede processuale. L'Avvocato penalista può anche assistere la persona offesa dal reato, costituendosi parte civile nel processo penale e chiedendo il risarcimento del danno subito.
Il reato di diffamazione è previsto dall'articolo 595 del codice penale.
Che cos'è il reato di diffamazione?
Il reato di diffamazione rappresenta un'offesa all'altrui reputazione, che può essere commessa anche a mezzo stampa o a mezzo internet. La diffamazione è punita con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 1.032 euro. Se la diffamazione è aggravata da circostanze particolari, come il fatto di essere diretta contro un pubblico ufficiale o di essere commessa in presenza di più persone, la pena è aumentata. In alcuni casi, infatti, la diffamazione può essere aggravata da circostanze quali il mezzo di diffusione, la qualità della persona offesa o la natura del fatto attribuito.
La giurisprudenza recente ha affrontato diverse questioni relative al reato di diffamazione, tra cui:
- La configurabilità del reato anche quando il fatto diffamatorio sia espresso in forma dubitativa o ipotetica, purché sia idoneo a ledere la reputazione altrui (Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36238 del 18/09/2019).
- La sussistenza del reato anche quando il fatto diffamatorio sia riferito a una collettività indeterminata, purché sia possibile individuare almeno una persona offesa (Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36238 del 18/09/2019).
- La non configurabilità del reato quando il fatto diffamatorio sia riferito a una persona deceduta, salvo che si tratti di un ascendente o discendente del querelante o di una persona con cui questi abbia avuto un legame affettivo (Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36238 del 18/09/2019).
- La non configurabilità del reato quando il fatto diffamatorio sia riferito a una persona pubblica nell'esercizio delle sue funzioni, purché sia motivato da un interesse pubblico e non abbia carattere personale o ingiurioso (Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14976 del 05/03/2020).
- La configurabilità del reato anche quando il fatto diffamatorio sia riferito a una persona giuridica, purché sia idoneo a ledere la sua reputazione commerciale o professionale (Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14976 del 05/03/2020).
Il reato di diffamazione consiste nella lesione della reputazione altrui mediante la comunicazione a più persone di fatti non veri, offensivi o ingiuriosi.
Esempi di reato di diffamazione
Per illustrare meglio il concetto di diffamazione, si possono fornire alcuni esempi tratti dalla giurisprudenza recente:
- È stato ritenuto diffamatorio il comportamento di un giornalista che, in un articolo pubblicato su un quotidiano nazionale, aveva attribuito a un noto politico l'accusa di essere coinvolto in una vicenda di corruzione, senza fornire alcuna prova o fonte a sostegno della sua affermazione (Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36238 del 18/09/2019);
- È stato ritenuto diffamatorio il comportamento di un Avvocato che, in una lettera inviata a un collega, aveva espresso il sospetto che questi avesse falsificato una procura alle liti, usando termini ingiuriosi e denigratori (Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36238 del 18/09/2019);
- È stato ritenuto diffamatorio il comportamento di un sindacalista che, in una conferenza stampa, aveva accusato una società di aver licenziato ingiustamente alcuni lavoratori, senza averne verificato la fondatezza e senza averne dato preventiva comunicazione alla società stessa (Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14976 del 05/03/2020).
La diffamazione aggravata si consuma nel caso in cui vi sia la presenza quella di una o più delle circostanze aggravanti previste dalla legge, tra cui:
- La diffusione del fatto mediante stampa, radio, televisione, internet o altro mezzo di pubblicità (articolo 595 comma 3 del codice penale). In questo caso, la pena è aumentata da un terzo alla metà e il reato è perseguibile d'ufficio.
- La qualità della persona offesa, se si tratta di un organo costituzionale dello Stato, di un pubblico ufficiale o di un incaricato di un pubblico servizio (articolo 595 comma 4 del codice penale). In questo caso, la pena è aumentata da un terzo alla metà e il reato è perseguibile d'ufficio.
- La natura del fatto attribuito, se si tratta di un reato per il quale la legge prevede la pena dell'ergastolo o della reclusione superiore nel massimo a cinque anni (articolo 595 comma 5 del codice penale). In questo caso, la pena è aumentata da un terzo alla metà e il reato è perseguibile d'ufficio.
Chi si ritiene vittima di diffamazione può difendersi in diversi modi, a seconda della situazione. In generale, si possono distinguere due tipi di difesa: civile e penale.
La difesa civile consiste nel chiedere il risarcimento del danno subito a causa della diffamazione. Il danno può essere di natura patrimoniale (se la diffamazione ha causato una perdita economica) o non patrimoniale (se la diffamazione ha leso l'onore, la reputazione o la dignità della persona). Per ottenere il risarcimento, è necessario agire in giudizio contro il responsabile della diffamazione, dimostrando l'esistenza del fatto diffamatorio, il nesso causale tra il fatto e il danno e l'entità del danno stesso. Il termine per agire in giudizio è di cinque anni dalla conoscenza del fatto.
La difesa penale consiste, invece, nel presentare una querela contro il responsabile della diffamazione, chiedendo la sua condanna penale. La querela deve essere presentata entro tre mesi dalla conoscenza del fatto, salvo che si tratti di un reato perseguibile d'ufficio (come nel caso di diffamazione aggravata). La querela deve inoltre contenere l'indicazione del fatto, del luogo e del tempo in cui è avvenuto, nonché dei mezzi di prova disponibili.